martedì 12 gennaio 2010

Lunga vita allo spirito Roadie.


Le persone migliori che conosco sono dei roadie.
Cioè, non sono roadie veri e propri, ma roadie nello spirito.
Il roadie è quel personaggio unico che, in un concerto rock, si assicura che tutto funzioni: veste di nero per confondersi con lo sfondo del palcoscenico, si muove veloce e, se entra in scena per sistemare una spina o sostituire un microfono, non fai in tempo a notarlo ed è già scomparso.
I roadie non lavorano per la fama ma soltanto perché lo spettacolo funzioni, la sua star brilli e il pubblico si diverta.
Senza di loro l'universo semplicemente crollerebbe. Loro lo tengono in piedi e, se serve, lo sistemano con nastro adesivo e fil di ferro. E, quando il loro lavoro lo fanno bene, il segno è che non ti accorgi che ci sono.
Il roadie è per sua intima natura una persona che non può fare a meno di essere generosa.

Tim Schafer è esattamente un roadie.
Appartiene a quella schiera di game designer che, negli anni '90, hanno fatto grande il nome degli adventure game e, nello specifico, quello della Lucasarts (appunto, la stella ingrata sul palcoscenico).
Il suo nome ce lo ricordiamo in pochi e quasi tutti geek (qualcuno pure lettore di Rogue Leaders), ma tutti avremo per sempre nel cuore sia il Manny Calavera di Grim Fandango che il Ben di Full Throttle per come Schafer li ha scritti, disegnati e diretti.
Le avventure firmate da Tim Schafer le riconosci subito: hanno sempre delle grandi storie, ambientazioni che sono dei veri e propri mondi in cui immergersi, eroi riluttanti destinati loro malgrado a cambiare il mondo e, soprattutto, motori, grossi motori che rombano accompagnati da musica rock ad altissimo volume.

Oggi Tim Schafer è ritornato alla grande con un titolo (e una casa di produzione, la Double Fine) che, semplicemente, è stato quello che mi ha convinto all'acquisto di una PS3 (insieme all'aver finalmente metabolizzato il profondo senso di delusione per le promesse non mantenute della Wii): Brütal Legend.
E da oggi anche il roadie Eddie Riggs ha un posto speciale nel mio cuore.

Eddie Riggs e il protagonista del gioco ed è un roadie. In punto di morte – o forse come visione post mortem – si ritrova a vivere un'avventura in un mondo costruito sull'estetica Metal, un mondo che dovrà attraversare a piedi o a bordo di un bolide fiammante (e fiammaggiante), armato di un'ascia bipenne e una chitarra elettrica.
I cattivi sono metallari passati al lato oscuro della musica rock (il glam), tristi maschere dalla chiara origine goth o addirittura bizzari mutanti in stile Marilyn Manson.
Gli amici (e alleati) di Eddie sono cotonatissime metal ladies, headbanger dal collo ipersviluppato e motoclisti truzzi in sella ai loro chopper.
Le guerre tra eserciti sono concerti a colpi di fan (aggiudicarsene le anime significa vincere) e Eddie non è l'eroe della storia (almeno non subito): Eddie è un roadie e quindi l'eroe (alto, biondo e bello) lui lo aiuta.
Ma poi le cose si fanno ingarbugliate e si comincia ad intuire che tutta la storia è iniziata mooooolto tempo prima, in un epoca in cui le leggende solcavano la terra.

Ora, la vita è breve e io tendo a dilungarmi in quello che scrivo, perciò sgombriamo il campo da qualsiasi dubbio e spariamo subito alto: mi interessa poco parlare del gameplay o dei FPS di Brütal Legend, di dissertare se i momenti free roaming del gioco funzionano meglio delle sezioni strategiche.
Quello che è importante è che Brütal Legend aspira tranquillamente a rappresentare per il Metal quello che Blues Brothers ha rappresentato per la musica soul.
Altri tempi, altri media ma entrambi capolavori (per Brütal Legend basta vedere l'interfaccia a 33 giri con cui si apre il gioco: semplicemente geniale).

L'approccio di entrambe le opera alla musica attorno a cui sono costruite è infatti divertito, divertente ma sempre e comunque reverenziale.
In Blues Brothers John Landis può permettersi di chiedere a una dea del soul come Aretha Franklin di interpretare la moglie in ciabatte e grembiule da cameriera perché lui non è lì per sfanculare nessuno, ma solo in quanto devoto a quella musica –che non vuole che venga dimenticata– e agli artisti che l'hanno resa grande.
Stessa cosa per Tim Schafer che affida a Ozzy Osbourne il ruolo del Guardiano del Metal e a Lemmy Kilmister dei Motorhead quello del pavido aiutante del protagonista).
La colonne sonore di entrambe le opere sono supreme (quella di Brütal Legend la trovate QUI e, come immaginerete se siete lettori affezionati di questo blog, per me l'unico neo è che tra gli artisti coinvolti non ci siano i miei amati Wolfmother).

Jack Black nei panni di Eddie Riggs è totalmente in parte. Talmente in parte che la parte cessa presto di esistere e Riggs e Black diventano prefettamente interscambiabili. Esattamente come succedeva a Belushi&Aycroyd nei panni dei fratelli Blues.
Se vi siete per caso imbattuti in quel gioiellino che è Tenacious D e il Destino del Rock (altrimenti cercatevelo: è molto più divertente ed onesto del massificato School of Rock) avete ben chiaro quello di cui sto parlando. Black ama la musica Metal, venera i suoi artisti ed è davvero l'attore perfetto per dare il volto, la voce e le movenze al personaggio digitale di Eddie Riggs.
La fisicità di Jack Black è infatti unica: tutti i personaggi che interpreta sono eroici senza essere seri e buffi senza essere comici, adulti e bambini insieme. Un attimo ruggiscono di energia e quello dopo sono in preda agli abissi della malinconia. Sembrano dei cartoni animati e, con un gesto, immaginano una nuova vita per il mondo che li circonda.

Resta solo da dire che, a gioco terminato (col cattivo sconfitto in un bagno di sangue cantando a squarciagola "Decapitatiooooon!": vorrei davvero conoscerlo il fesso che gioca Brütal Legend  con attivata l'opzione "no gore, please") vi ritroverete a girare ancora per delle ore attraverso il mondo di gioco; un po' per completare le numerose missioni secondarie che sicuramente vi sarete lasciati alle spalle ma un po' – no, anzi: soprattutto – per ammirare la notte che insegue il giorno in un cielo dove i lampi all'orizzonte hanno il suono delle chitarre elettriche e i tuoni quello della batteria. Lo farete per giungere sulla riva di un mare che ha come limite estremo un titanico muro di amplificatori, per inerpicarvi su montagne innevate fino ad issarvi sulle arcate sconnesse di una cattedrale gotica che ne costituiscono l'ossatura o per infilarvi in un sottobosco dove i funghi sono i piatti metallici di una batteria.
E queste non sono auliche figure che mi sono inventato per tirarmela da poeta: è l'esatta descrizione del paesaggio in cui vi troverete a vagare, gigantesco monolite a forma di Stratocaster più o meno.

Sì, il mondo di Brütal Legend è più grande dei vostri occhi perché è fatto di musica e perché messo in piedi con una generosità che ha davvero pochi esempi del genere nel panorama videoludico attuale.
È talmente oversized che vi servirà il cuore per abbracciarlo tutto. E una buona dose di amore per quella musica ignorante che, come dice Elio, ci piace tanto tanto.

Decapitatiooooon!


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