venerdì 13 agosto 2010

PARFAC: Greystorm.


Si aggiudica l'inaugurazione dell'etichetta PARFAC (acrostico per "partito a razzo, finito a cazzo"Greystorm, la miniserie di Casa Bonelli scritta da Antonio Serra e appena conclusa.

11 numeri più uno speciale per una storia che rilegge i canoni di Jules Verne e in cui, finalmente, c'è un cattivo che riveste il ruolo principale (e che infatti da il titolo alla serie).

La trama a grandi linee.
Due amici di fine Ottocento immaginano il nuovo secolo (il Novecento) come un'epoca di grandi prodigi e passi avanti per l'umanità. Uno dei due (bello e buono) paga e l'altro (introverso e luciferino) inventa.
Con quest'ottica imprenditoriale, i due organizzano un viaggio esplorativo in Antartide in cui si imbattono nei segni di un'antica civiltà con mummia telepate annessa. Da lì fanno naufragio in un'isola del Pacifico piena di nobili primitivi. Il ricco resta e si acclimata (e fa pure due figli con una primitiva che poi muore). L'inventore torna a casa.

Nel frattempo inizia la Prima Guerra Mondiale.
Il ricco se ne sta nel suo Eden (ma ha un amministratore dei suoi beni in patria, amministratore che poi finisce in guerra e perde una mano). L'inventore si fa finanziare le invenzioni dal ricco ma precipita sempre più nelle proprie ossessioni (complice anche la mummia telepate), decidendo così di creare un esercito di zombie per conquistare il mondo (anche qui, complice la mummia telepate).

Finale a pizze in faccia.
L'inventore ammazza il ricco. L'amministatore, innamorato della figlia primitiva del ricco rapita dall'inventore, si precipita in suo soccorso. La figlia primitiva, dopo essere stata soccorsa, ammazza l'inventore.

Detta così mi rendo conto che suona una cretinata ma, premessa la necessaria sospensione dell'incredulità, il baraccone narrativo messo in piedi da Serra funziona e anche il linguaggio retorico dei personaggi, alla fine, ci sta tutto.
Insomma ci si diverte, anche perché, come si diceva all'inizio, non è cosa di tutti i giorni che un fumetto Bonelliano ruoti in buona parte attorno a un cattivo e, quindi, numero dopo numero si vuole vedere dove la storia andrà a parare.

E dove va a parare?
Più o meno da nessuna parte, con un finale fiappo come pochi (fiappo = moscio, nell'idioma locale).

Quello che manca infatti – e che determina per me il "finito a cazzo"– è il coraggio di andare fino in fondo con la scelta di base della serie, il coraggio, una volta fatto fuori il ricco, di far vincere l'inventore malvagio e di far divorare tutta l'umanità da un bell'esercito di zombie (lo so, sono di parte).
Alla fine, invece, più o meno tutto si ricompone in un qualcosa che lascia scontenta sia la tifoseria del bene che quella del male (anche se, a onor del vero, vengono mantenute delle ombre sul personaggio della figlia primitiva per eventuali sviluppi futuri).

Insomma, va bene tutto, ma il cattivo, anche se corazzato da tutte le tecnologie di questo mondo e alla testa di un esercito zombie, non può vincere. Almeno non se vuole continuare ad abitare nella stessa palazzina di Tex.

Altro piccolo rammarico: verso metà serie, Serra inserisce tra le righe un paio di accenni frociacchioni tra il figlio primitivo e l'amministratore che però, poi, non vengono sviluppati proprio (e infatti l'amministratore poi fa lingua in bocca con la figlia primitiva, mica con il figlio).
Che queste cose poi le andate fuori di qua, avrà detto probabilmente Tex…

Insomma, anche se la valutazione generale dell'opera è positiva (in fondo mi sono divertito a leggerla), resta un po' di amaro in bocca: poteva essere una bella idea quella di prendere una storia di impianto classico e piazzarci dentro alcuni elementi inattesi che la stravolgessero. Capiamoci: non perché non fosse mai stato fatto altrove ma, più semplicemente, perché non era mai stato fatto in casa Bonelli.
E invece sembra che quegli elementi, alla fine, siano stati tutti ricondotti all'ovile della normalità, consegnando quindi Greystorm alla categorie delle opere PARFAC (insieme ad altri capisaldi come Caravan e Pluto di cui parleremo prossimamente).

PARFAC!

3 commenti:

  1. Ciao, ho appena finito di leggere il fumetto e ho letto la tuo giudizio, sono pienamente d'accordo con tutto quello che hai detto! Personalmente adoro l'epoca vittoriana e il fatto che Greystorm sia il primo antieroe bonelliano, purtroppo, come dicevi te si è trasformato in una episodio di Zagor con macchine volati. Il finale era veramente pessimo! Potevano lasciarne uno più aperto, del tipo Greystorm fugge per creare un'altro esercito o semplicemente si rifugia a Londra e si fa proteggere dalla massoneria... qualunque cosa sarebbe stata migliore del finale corrente. Soprattutto una domanda mi assilla... perché gli zombie? Potevano inventarsi qualunque cosa! Mostri meccanici, demoni, mondine con lanciarazzi! No! Zombie!
    Potevano inventarsi di tutto di più e sfruttare meglio ad esempio culti e organizzazioni del periodo... Vabè ormai li abbiamo comprati/letti tutti...

    Ma se Antonino Serra tira fuori una miniserie su MILI gli sputo in un occhio!! XD

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  2. Perché gli zombie?
    Ma perché gli zombie ci stanno SEMPRE bene.
    Che diamine!

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  3. PARFAC è bellissimo, posso usarlo senza citare la fonte?

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